Terapia di resincronizzazione cardiaca nei pazienti con scompenso cardiaco
In alcuni pazienti con scompenso cardiaco si osserva disincronia, cioè una contrazione non uniforme dei ventricoli con conseguente riduzione dell’effetto pompa.
La terapia di resincronizzazione cardiaca, detta anche pacing biventricolare, permette di coordinare le contrazioni del ventricolo destro e sinistro.
Il pacemaker biventricolare possiede, a differenza dei pacemaker tradizionali, un terzo catetere.
Un catetere è posizionato nell’atrio destro, uno nel ventricolo destro ed uno nel ventricolo sinistro.
Il pacemaker biventricolare migliora i sintomi dello scompenso cardiaco.
I pazienti che possono trarre vantaggio dalla terapia di resincronizzazione cardiaca sono:
- pazienti con gravi sintomi da scompenso cardiaco, non controllabili con la terapia farmacologica;
- pazienti con attivazione elettrica ritardata del cuore ( cioè ritardo nella conduzione intraventricolare, blocco di branca ).
Il pacemaker è impiantato mediante:
- approccio endocardico ( transvenoso )
- approccio epicardico ( intervento chirurgico ).
Il pacemaker ha una durata variabile tra i 2 ed i 4 anni. ( Xagena2004 )
Cardio2004